Ascoltare i suoni dell’universo… dalla Luna

Un progetto per rivelare le onde gravitazionali sfruttando il nostro satellite

 

Non capita a tutti di assistere a cambiamenti epocali nella storia ed esserne consapevoli. Forse Colombo si era immaginato di aver contribuito al progresso dell’umanità quando era sbarcato nel Nuovo Mondo, ma fu non certo per i motivi che si immaginava!

La recente rivelazione delle onde gravitazionali, invece, ci è stata presentata subito come una scoperta epocale, che ci permetterà di studiare l’universo in una modalità completamente nuova.

Finora avevamo captato segnali dal cosmo utilizzando telescopi tarati su diverse frequenze dello spettro elettromagnetico: ottico, infrarosso, ultravioletto, gamma, e chi più ne ha ne metta. Ci eravamo poi attrezzati a rilevare i neutrini, misteriose particelle diventate famose per aver percorso un fantomatico tunnel inesistente più veloci della luce. Poi si è scoperto che non solo il tunnel era inesistente, ma addirittura la scoperta (ohibò!)

Ma oggi abbiamo qualcosa in più: le meravigliose onde gravitazionali, con le quali possiamo “ascoltare il suono” dell’universo. Ho usato le virgolette perché le onde non si possono né vedere né sentire, né tanto meno mangiare, ma romanzare ogni tanto non fa male.

Negli ultimi anni, abbiamo fatto passi da gigante: dalla prima (non proprio) timida rivelazione il 14 Settembre 2015, i rivelatori LIGO e Virgo hanno costruito un vero e proprio catalogo di onde gravitazionali! Al momento vicino alla cinquantina di eventi, ma stiamo ancora aspettando i risultati definitivi dalla seconda metà del terzo run di analisi.

 

 

Immagine pittorica sulla prima rivelazione di onde gravitazionali: Credit: LIGO, NSF, Aurore Simonnet (Sonoma State U.)

 

La comunità scientifica, però, non si ferma mai. Né si accontenta. Nuovi rivelatori sono in fase di discussione e di progettazione. Più sensibili, più potenti, più… WE WANT MORE!

Nominiamo velocemente Einstein Telescope, progetto europeo, che potrebbe anche essere costruito in Sardegna (speriamo!) Ricordiamo comunque che l’esistente Virgo si trova vicino Pisa. Ovviamente non è l’unico progetto: ricordiamo Cosmic Explorer e soprattutto LISA: un rivelatore che sarà lanciato nello spazio profondo e ci ha già fatti parecchio eccitare dopo il successo tecnologico del prototipo LISA-Pathfinder (2016).

Un gruppo di ricercatori, capitanati da Jan Harms al Gran Sasso Science Institute, ha recentemente proposto all’ESA e alla NASA un altro progetto: un rivelatore di onde gravitazionali sulla Luna! Anzi, per essere più precisi: rendere la Luna stessa un rivelatore!

Questo progetto studia ed migliora un esperimento precedente chiamato “Lunar Surface Gravimeter”: un gravimetro posto sulla superficie lunare dalla missione Apollo 17 (1972). Sarà stato il numero particolare della missione, o il caso, ma ci fu un errore di progettazione che rese impossibile effettuare l’esperimento. (doppio ohibò!)

L’idea di base però era buona, si basava in realtà sul lavoro di Joseph Weber, che aveva tentato per primo di rivelare le onde gravitazionali misurando le vibrazioni che causavano su una barra di alluminio. L’esperimento fu ripetuto e migliorato e negli anni venne costruita una rete di rivelatori simili un po’ in tutto il mondo. Uno di questi, AURIGA, si trova nei laboratori Nazionali di Legnaro. Ora dismesso, è possibile vederlo esposto all’aria aperta non molto lontano dal capannone che lo ospitava.

 

Marco Drago, speaker TEDxPadova 2016