La magia del momento

Vivere la propria vita come un’opera d’arte. Cosa intendeva Oscar Wilde con questa frase? Probabilmente, intendeva vivere la propria vita facendo le cose che amiamo fare, cogliendo l’istante, senza tenere conto delle opinioni degli altri.

Promotore dell’estetismo, movimento artistico e letterario dell’800, Oscar Wilde invitava le persone che leggevano le sue opere a godere della propria giovinezza fuggente, sostituendo alle leggi morali le leggi del bello e andando continuamente alla ricerca di piaceri per la propria persona.

Al giorno d’oggi, nella nostra società, seguiamo troppo il ‘sistema’ e spesso abbiamo paura di essere considerati troppo diversi e di rimanere soli. Ma è più importante seguire i propri obiettivi o farsi condizionare dalle mode della società, per essere sicuri delle proprie scelte? Può sembrare una domanda un po’ banale, ma è una questione che non ci poniamo spesso, forse perché siamo abituati a seguire troppo gli altri senza cercare di essere felici. I motivi per i quali ci comportiamo in questo modo sono diversi. Il più probabile è la difficoltà di uscire dalla nostra comfort zone per evitare di spingerci in zone inesplorate, che potrebbero darci ansia o preoccupazioni alle quali non sappiamo se siamo in grado di reagire. 

 

Non chiederti di cosa ha bisogno il mondo…

Chiediti che cosa ti rende felice e poi fallo. Il mondo ha bisogno di persone felici!

– Antonie de Saint-Exupéry, Il piccolo principe

 

 

Siamo vittime dell’effetto gregge: ossia quell’effetto che in un contesto sociale ci fa imitare i nostri simili. Questo fenomeno si presenta soprattutto quando siamo di fronte a una scelta che dovremmo fare e siamo molto incerti perché non conosciamo il contesto entro cui dovremmo muoverci e per salvarci da questa indecisione ci basiamo sul comportamento di una persona guida. Interessante è l’esperimento dello psicologo Solomon Asch, che chiese a otto persone di cui sette suoi collaboratori/complici all’insaputa dell’ottavo, di incontrarsi e di partecipare a un normale esperimento per la percezione visiva. Ai partecipanti venivano dato delle schede con tre linee di diversa lunghezza, in ordine decrescente e una scheda con una linea lunga come la prima linea dell’altra scheda. Chiese ai soggetti di dirgli qual è la linea corretta tra le tre corrispondente alla seconda scheda, partendo dai complici. Dopo un paio di test normali, quando i complici cominciarono a rispondere in maniera non corretta, anche il soggetto sperimentale si confermò alla risposta della maggioranza delle persone, solo in alcuni casi rispose in maniera diversa. Il ricercatore Gregory Bern ha inoltre scannerizzato il cervello dei partecipanti durante l’esperimento, determinando così, che nel gruppo c’era una forte pressione psicologica causata del cambio di percezione della realtà alimentata dai complici e se loro avessero dissentito avrebbero avuto un forte disagio emotivo.

Quando siamo di fronte a un bivio spesso ci capita di sentire quella vocina interiore che ci dice di prendere la strada più comoda o di evitare quell’istante perché potremmo stare male. Dando retta a questa vocina, non investiamo noi stessi sulle scelte o sulle possibilità che incontriamo. Per questo motivo, più che ascoltare quella vocina, dovremmo credere di più nelle nostre capacità, nella nostra persona, in noi stessi e in cosa ci rende felici. Riconosciamo quel sentimento che ci ha bloccato e mandiamolo via, cosi da capire ciò che non stiamo facendo ma che dovremmo fare.

“Il caos è la personalità senza giudizi né  morale. Se ami il tuo caos alla fine scoprirai che le risposte che cerchi non te le dà mai il mondo, ma sono già dentro di te”.

-Albert Espinosa, Braccialetti Azzurri

 

Abbiamo sempre più bisogno di essere cacciatori di sensazioni e di emozioni, per sentirci vivi,  per sfuggire dalla monotonia del nostro quotidiano e per motivarci nei nostri comportamenti. Ma sappiamo dare una definizione a cosa sono le emozioni? Secondo Ivana Bernardotti, psicoterapeuta del Centro Medico Santagostino :” Sono risposte a uno stimolo. Questo stimolo può essere interno, come un pensiero o una sensazione corporea, o esterno”. Configurano le reazione emotive che sono caratterizzate dai nostri effetti psicologici legati alla nostra persona ma anche dagli aspetti cognitivi. Esse sono diverse dai sentimenti, perché sono esperienze molto intense seppur di breve durata. Non dobbiamo saperle controllare, ma dobbiamo saperle alimentare correttamente perché sono importanti, ci fanno capire come ci sentiamo e come lo comunicano agli altri.

Scappiamo troppo spesso dalle emozioni negative, come la paura e il giudizio degli altri, portandoci però in un stato di ansia costante, rovinando il nostro modo di essere al mondo e di relazionarci con gli altri. Non consideriamo che le potremmo usare a nostro vantaggio, perché sono quei ‘motori’ che ci istigano a ingegnarci per riuscire nel nostro obiettivo.  Spesso non riusciamo a superare questo stato di presunta vergogna, perché è un nostro sistema di autocontrollo che ci difende dal scoprirci per quello che siamo, vulnerabili e imperfetti, togliendo valore a quello che facciamo, dicendoci che non è importante. Non dovremmo aver paura di un eventuale sconfitta, perché è dalla sconfitta che si rinasce piu forti, a volte fallire è la strada che ci porta al successo e ci fa rinascere migliori. Siamo noi che dobbiamo decidere per noi stessi, perché siamo noi gli eroi della nostra storia.

 

“La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri programmi”, questa frase di John Lennon richiama il termine serendipità, un neologismo coniato nel 1754 dallo scrittore inglese Horace Walpole, è ispirato da una fiaba persiana intitolata “Viaggi e avventure dei tre principi di Serendippo”. Questa storia si basava sulle capacità di questi principi, mandati dal padre a fare esperienza nel mondo, di riuscire a cavarsela sempre, facendo scoperte o con intuizioni dovute sia dal caso, sia dalla loro saggezza e dal loro spirito di osservazione. È molto utile perché stimola il nostro istinto, la nostra creatività e il nostro modo di vedere le cose, è un modo di cogliere l’attimo sulle cose nuove che scopriamo, richiama in noi un senso di magia e amore per la vita. Per stimolarla dobbiamo imparare a distrarci da ciò che ci circonda, essere più curiosi, giudicare e pensare meno, alzare più spesso gli occhi al cielo, essere più aperti alle novità, prendersi più tempo per assaporare la nostra vita, perché molto spesso le cose più belle accadono quando usciamo dalle nostre abitudini e quindi dobbiamo rendecene conto e coglierle. Viviamo di più la vita con serendipità, facendoci meravigliare dagli istanti, dal nostro istinto, dalle nostre idee, senza avere troppe aspettative e non basandoci troppo sulle nostre conoscenze pregresse.

 

 

Se pensiamo per esempio al film statunitense L’Attimo Fuggente, ci viene in mente subito la celebre frase del poeta greco Orazio “Carpe diem”, perché il protagonista, il professor Kitting (Robin Williams) insegnava ai suoi alunni utilizzando spesso queste parole, esortandoli a cogliere l’attimo, ricercando per la propria vita la strada che potesse renderli soddisfatti e felici. Gli incitava a guardare le cose sempre da un’altra angolazione, perché il mondo ci può apparire diverso e in più in tutto c’è qualcosa d’inesplorato perché anche la cosa più insignificante contiene un po’ di ignoto, basta solo guardare con occhi diversi.

 

“Cogli la rosa quando è il momento

che il tempo, lo sai, vola   

e lo stesso fiore che sboccia oggi

domani appassirà”.

Robert Herrick, To the Virgins, to make much of Time

 

 

Questo film ci insegna molto sul tema del tempo, cioè noi ci soffermiamo troppo sulle piccolezze, lasciando così sfuggire degli eventi realmente significativi. Concentriamo di più la nostra attenzione sulle sensazioni piacevoli che proviamo quotidianamente, rallentiamo un po’, viviamo più consapevolmente avendo meno paura di sbagliare, perché sbagliando impariamo dai nostri errori e alimentiamo il nostro bagaglio di esperienze da non rifare. È più conveniente cogliere l’attimo e capire di aver sbagliato, piuttosto che perdersi in mille pensieri e poi avere altrettanti rimpianti. Gustare a pieno ogni momento della nostra vita, perché esso ci può sfuggire cosi in un millesimo di secondo che noi non riusciamo neanche a rendecene conto. Approfittiamo di ogni attimo per il nostro piacere, per il nostro benessere e per il nostro godimento, succhiamo la vita fino al midollo dimostrando a noi stessi e agli altri di essere padroni assoluti della nostra esistenza. Procrastianiamo di meno e agiamo di più, perché il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo, non ci può essere ridato indietro, dobbiamo ottimizzarlo sempre al massimo.

 

– Alice: Per quanto tempo è per sempre?  

– Bianconiglio: A volte, solo un secondo.

Lewis Carrol, Alice nel paese delle meraviglie 

 

Alla fine, dovremmo concentrarci sul presente, senza distaccarci però dal nostro io del futuro perché è costruito dalle scelte che facciamo ogni giorno, dalle possibilità e dalle occasioni che la vita ci pone davanti. Viviamo tutte le occasioni che si presentano durante le giornate, perché quell’occasione, quel tipo di esperienza sarà in grado in regalarci qualcosa di unico, che ci rimarrà sempre presente. Poniamoci meno limiti possibili, non dipendiamo da loro, conosciamoli e accettiamoli, sono loro quelli che ci spingono ad andare oltre e a eccellere, perché noi non siamo quel limite siamo l’oltre.  Quindi non smettiamo mai di vivere, perché la vita è unica, irripetibile e se abbiamo un periodo no, non demorializziamoci, dobbiamo guardare oltre, perché a tutto c’è una soluzione basta crederci fino in fondo.

Vorrei concludere con questa citazione  che riassume l’argomento di cui ho parlato, della serie televisiva turca “Love is the air”:

” La vita non è ieri, non è domani e non è neanche i mesi che verranno, non sono giorni vissuti quelli passati a pianificare il futuro, la vita è oggi, è questo il momento”.

 

 

 

Alice Sabbadin