Le virtù dell’ozio

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Quando ero ragazzino passavo molte ore a guardare il soffitto e le pareti della mia stanza. Mi piaceva immaginare mondi a me lontani. Leggere, scrivere, inventare, smontare e rimontare le storie mie e altrui, come un puzzle composto da pezzi sempre diversi.

Una volta arrivato al liceo scoprii che quello che facevo, più o meno tutti i pomeriggi e le sere, i latini lo chiamavano: otium, in contrapposizione ai negotia, ossia il tempo dedicato alla vita politica e agli affari pubblici. Riportare qui, le diverse sfumature con le quali gli antichi – in particolare Greci e Latini – si riferivano a quello che noi oggi chiamiamo ozio, mi porterebbe lontano da quello che voglio raccontare. Per questo, non mi addentrerò nella pur vasta bibliografia dedicata all’ozio, limitandomi a tracciarne soltanto una mia interpretazione.

Come dicevo, da ragazzino passavo molto tempo a oziare. Ovviamente questo non mi ha portato buoni frutti, quantomeno nell’immediato e soprattutto a scuola (mia mamma se lo ricorda bene!), ma mi ha permesso di dedicare del tempo ad altro; a un non specificato altro, perché in verità non facevo nulla di prestabilito e ordinario. Non avevo un programma e non svolgevo un’attività fissa. Perciò, mi dedicavo a suonare la chitarra, ascoltare musica, leggere l’enciclopedia – saltando talvolta i compiti per scuola (a proposito, non fatelo!) – abbandonarmi all’immaginazione, in piedi davanti alla finestra o sul letto.

Con il passare degli anni, alcune di queste mie piccole abitudini sono cambiate. Oggi, ad esempio, ozio mentre giro in bici o quando vado a correre. In effetti, nonostante il lavoro e il sempre meno tempo a disposizione, mi rendo conto di continuare a dedicare diversi momenti della mia settimana a me stesso e ai miei pensieri. Ma forse io non sono un caso che faccia testo.

Infatti, se ci penso attentamente, ogni giorno, migliaia e milioni di persone dedicano il proprio tempo in ben altre attività. Alcune di queste attività hanno fini nobili, altre sono indispensabili o considerate tali, altre ancora sono attività sociali o di socializzazione. Nessuna di queste attività è meno importante di altre, anzi. D’altra parte, io stesso passo buona parte del mio tempo nello svolgere attività ‘produttive’. Ciò che però mi colpisce è la quasi assenza di tempo dedicato a coltivare o se preferite ad allenare il pensiero, tanto quanto la fantasia e l’immaginazione. Ma forse la colpa, se di colpa si può parlare, è anche della nostra società sempre più votata all’innovazione tecnologica e sempre meno al pensiero. Con questo, non voglio demonizzare l’innovazione, tutt’altro. Sono però convinto che senza dei momenti di ozio, molte innovazioni oggi non esisterebbero. Per me è la fantasia il motore di ogni attività umana e l’ozio ne è la fiamma.

Certo, non so se dedicare del tempo all’ozio possa davvero aiutare a sviluppare la creatività o l’immaginazione. Non possono nemmeno affermarlo, in maniera apodittica, non avendo dati o ricerche a suffragio della mia ipotesi. Posso dire però che la mia volontà riflessiva, talvolta malinconica, altre semplicemente critica, probabilmente è frutto di quel tempo passato a oziare (a discapito dei compiti da fare e delle urla di madre). D’altronde, non credo si possa scrivere nulla di valido senza aver prima passato del tempo seduti davanti a un camino da soli con i propri pensieri e le proprie fragilità o senza, semplicemente, restare fermi a osservare ciò che ci circonda.

In un tempo che ci tiene così lontani da noi stessi, ma che paradossalmente, ogni giorno, ci propone nuove strategie per scoprire chi siamo, credo che oziare un po’ di più posso farci bene e far bene, soprattutto, alla nostra capacità di pensare in maniera critica e allo stesso tempo costruttiva. 

«Non sono impegnato. Sono la persona più pigra che conosco.

Come la maggior parte degli scrittori, mi sento un reprobo che non merita di vivere il giorno in cui non scrivo; ma sento anche che quattro o cinque ore sono abbastanza per guadagnarmi il diritto di vivere su questo pianeta un giorno di più.

Nei migliori giorni qualunque della mia vita, scrivo la mattina, faccio un lungo giro in bicicletta e mi perdo a camminare nel pomeriggio, e la sera vedo degli amici, leggo o guardo un film.

Questo, mi sembra, è un ritmo sano e piacevole per un giorno.» 

Tim Kreider, The Busy Trap

 

Sandro La Gaccia