Perfezionamento o inganno?

 

La fotografia oggi.

 

Ogni giorno si sostiene, tra fotografi, un dibattito molto acceso sulla correttezza della post-produzione delle proprie immagini. Da una parte c’è “il conservatore”, fotografo analogico curatore delle tecniche storiche, dall’altra il moderno, fotografo digitale in costante ricerca di nuovi metodi e tecnologie. 

Partiamo dalla comprensione delle origini di questa forma d’arte. 

Come nasce la fotografia? Fotografia deriva dall’unione di due parole: foto (luce) e grafia (scrittura). 

L’unico fattore realmente indispensabile per realizzare un’immagine fotografica è infatti la luce che deve essere impressa su materiale fotosensibile. Il digitale è semplicemente l’attualizzazione della pellicola. 

 

 

Al giorno d’oggi riusciamo a fotografare con piccole frazioni di secondo mentre anni fa l’esposizione doveva durare qualche ora. La fotografia digitale ha permesso la realizzazione di fotografie un tempo irrealizzabili e ben lontani dall’essere finzione. 

La fotografia è infatti la rappresentazione della realtà. Per questo, esattamente come si evolve la società e la tecnologia, si è evoluta la sua rappresentazione e immagine. 

“Al tempo le fotografie non si modificavano, dovevano essere ottime al momento dello scatto” …

 

Ciò detto: la post-produzione è sbagliata?

Se la tecnologia, il linguaggio, il pensiero e la realtà evolvono perché la fotografia non può farlo?

Tocca a noi saper rappresentare ciò che ci circonda e comunicare in modo appropriato! 

La fotografia è un’arte e come spesso capita diverse forme d’arte e di linguaggio possono comunicare tra loro. La grafica e la manipolazione fanno parte di queste arti. Ecco perché, durante la post-produzione, la fotografia resterà tale. Infatti, non rappresenterà il reale ma una nuova realtà e l’idea che l’artista/fotografo aveva in mente. Per questo, si può dire che non c’è giusto o sbagliato; bensì, che c’è mente e mente, artista e artista. 

 

 

Fino ad oggi il percorso storico dell’arte ha subito numerosi cambiamenti, con influenze derivate dalle più svariate correnti creative. Molti sono i momenti di rottura e di rinnovamento che sono succeduti lungo il tragitto. Ognuno di questi cambiamenti è stato però essenziale per la creazione di nuove opere e flussi di pensiero, senza i quali l’arte non esisterebbe e di conseguenza anche la fotografia sarebbe soltanto un chiodo fisso nella storia.

Di certo, la post-produzione non è essenziale. È un accessorio e come tale, talvolta, può annoiare. Accendere una lampadina nelle menti di ogni artista è questione di libertà di pensiero e di manifestazione del mondo che abbiamo in mente. La negazione della post-produzione equivale a rapportare la fotografia a una materia scientifica e ordinaria.

 

Leonardo Menegazzo