Eleganza
Dov’è finita l’Eleganza? Che fine ha fatto?
Si è per caso persa di anno in anno senza mai vedere la luce di questo strampalato 2021?
A volte, guardando alcune foto di famiglia o sfogliando vecchie riviste di moda dalle pagine ormai ingiallite, rimango profondamente affascinata dall’ Eleganza che c’era un tempo.
Le persone pur avendo famiglie numerose da dover sfamare, pur dovendo affrontare guerre cruente o continui traslochi in cerca di una condizione di vita migliore, avevano sempre con loro stessi l’Eleganza, il portamento, i bei tessuti durevoli e forti esattamente come i loro volti di foto in foto.
Ho cercato il significato della parola, per poterla comprendere al meglio, e il vocabolario Treccani la definisce così: Eleganza (dal latino Elegantia) – La qualità di ciò che è elegante: E. del vestito, della persona, del portamento. E. del dire, dello scrivere, E. di stile, d’immagini, di concetti; minuziosa, eccessiva, studiata, ricercata; E. d’una dimostrazione, di una formula, di una soluzione.
Leggendo il vero significato della parola, mi ha sorpreso che potesse essere vista sotto diverse sfaccettature, e potesse dunque essere presa in considerazione per molti aspetti.
Se ci soffermiamo a pensare a questa definizione, quante volte ci è capitato di conoscere qualcuno all’apparenza Elegante nel modo di vestire, ma che presto si è rivelato una persona arrogante, rude o maleducata nei modi? Ecco che così il castello di Eleganza che ci siamo costruiti mentalmente mattoncino su mattoncino sulla persona che abbiamo davanti a noi svanisce subito, crolla, scoppia come se fosse una bolla di sapone, si annienta.
Eleganza è il modo di porsi tra le persone, è l’educazione, è il rispetto reciproco.
Eleganza è il modo in cui una persona gesticola, il modo in cui parla, ascolta, si atteggia, il modo in cui si muove tra la gente. Elegante è una persona che riesci a riconoscere tra mille individui, che sa porsi, che ha fascino e carisma, che ha sempre un tono di voce gentile e mai perentorio.
Veronica Etro (Etro, casa di moda italiana di lusso fondata nel 1968) in un’intervista a Marieclaire racconta qualcosa di molto interessante. Quando le chiedono dove trova le sue ispirazioni per le sfilate di moda, lei risponde: “In un sogno, nella natura, in un film, l’ispirazione della prossima sfilata nata durante il lockdown, è arrivata dalla musica. Avevo aggiustato un vecchio giradischi e ho ascoltato tantissimi vinili dei miei genitori, dei miei nonni, di mio marito. Da lì sono partita”. Le chiedono se la moda può essere sostenibile e lei risponde: “Ci si può lavorare. Oggi ci sono materiali che puntano al recupero. Abbiamo fatto dei piumini ricavati dalle bottiglie di plastica e tessuti derivati dalla canapa. (…) Quello su cui stiamo lavorando è evitare lo spreco. Anche per questo abbiamo unito le linee uomo e donna, e proposto meno pezzi. Creando le ultime collezioni mi sono chiesta: in questo periodo cosa serve? Quasi come un chirurgo, mi sono concentrata sull’essenziale. Poi stiamo lavorando sui tessuti in casa, sugli stock, un certo tipo di upcycling – che poi è molto nostro – realizzando dei capi patchwork”.
Prendendo spunto da queste bellissime parole di Veronica Etro, mi chiedo perché noi tutti non potremmo decidere di “vestirci con più Eleganza” nella vita di tutti i giorni.
Eleganza nei piccoli gesti di gentilezza, soprattutto verso noi stessi e verso le persone con cui ci relazioniamo in ogni momento delle nostre dense giornate.
Eleganza al lavoro, aiutando i colleghi, si, magari anche quelli più antipatici. Perché no?
Eleganza nell’outfit e nella scelta di tessuti buoni, forti, durevoli e non di quelli usa-e-getta così da iniziare a inquinare sempre meno il nostro meraviglioso pianeta che ci circonda.
Pensateci, perché non provarci?!?
Francesca Graglia, Volontaria TEDxPadova